L’importanza della colazione
Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene.
(Virginia Woolf)
Toglietemi tutto, ma non cornetto e cappuccino. Questo è il pensiero che mediamente passa per la testa degli italiani all’ora di colazione; noi amiamo farla al bar, di corsa prima di andare a lavorare, ma sarà questo il modo corretto? Dietologi e nutrizionisti consigliano una colazione abbondante, non frettolosa e che ci dia l’energia giusta per iniziare la giornata. Non per niente nei Paesi nordici, dove fa più freddo, la colazione è ricca di proteine: uova, salmone, insaccati, carne, fagioli, sono gli ingredienti base di una colazione del Nord Europa.
La colazione italiana invece è molto più semplice, anche se gustosa, non per nulla rimaniamo basiti davanti alla quantità di ingredienti che caratterizzano la colazione di altri Paesi. Tuttavia negli ultimi anni c’è stata una sorta di “internazionalizzazione” della colazione made in Italy, che non è sempre e solo caffè e cappuccino, ma anche yogurt, frullati o succhi di frutta, fette biscottate e marmellata o altri tipi di dolci, cereali. Rispetto all’Italia, nel resto del mondo nella maggior parte dei Paesi la colazione è quasi sempre a base di prodotti salati. La più famosa è la English Breakfast in cui tè e latte, succhi di frutta e caffè fanno da accompagnamento a fagioli, bacon, salsicce, uova, pane tostato, mentre se pensiamo agli USA ci vengono subito in mente i pancakes con lo sciroppo d’acero.
Ogni anno gli esperti elaborano consigli sulla colazione, ma su una cosa sono tutti d’accordo: è il pasto più importante della giornata e non va saltato. Sarebbe il caso di non limitarsi a bere solo caffè, come spesso accade, ma nemmeno mangiare troppi dolci. Ovviamente anche il cinema e la letteratura hanno contribuito a diffondere l’idea di una colazione quasi sempre abbondante, talvolta sfarzosa. A vedere le immagini o anche solo a leggerne, lo stomaco inizia a gorgogliare.
Ci sono le “colazioni vitaminiche” da fast food di Quentin Tarantino o quella del film “Ricomincio da capo” (Groundhog Day) del 1993, in cui Bill Murray ordina praticamente un intero menu e non si può osservare la scena senza aver voglia di tuffarsi subito su tutte quelle ghiottonerie, mentre Andie McDowell rimane perplessa a guardare. Ma anche l’ingegnosa e colorata colazione di Pee Wee Herman raccontata nel film di Tim Burton vi farà venire un po’ di acquolina in bocca. In ambito letterario Sir Walter Scott in “Waverley” parla di una tipica colazione scozzese in cui spiccano il salmone affumicato, pane caldo, marmellata, prosciutto di renna, uova e biscotti. La colazione di James Bond, narrata da Ian Feming in “Dalla Russia con amore” è particolarmente raffinata, composta da “caffè fortissimo della qualità venduta da De Bry nella New Oxford Street, senza latte né zucchero […], un uovo sodo maculato di gallinelle francesi Marans […] bollito per non più di 3 minuti e 20 secondi e accompagnato dalla confettura Little Scarlet spalmata su due grandi fette di pane integrale tostato“.
Ne “Lo Hobbit” di J. R. R. Tolkien, Bilbo si lamenta di non riuscire mai a fare una colazione decente, mentre Gandalf ama il burro, il miele e la clotted cream. Ne “Il giardino segreto“ Francesc H. Burnett racconta di una colazione a base di uova al forno e patate arrosto con burro e sale che riempie “magnificamente lo stomaco“; Jack Kerouac in “Sulla strada” parla della torta di mele con gelato che addentrandosi nell’Iowa diventa di qualità sempre migliore.
L’uso della colazione come lo intendiamo oggi si è affermato nel Settecento, ma era un lusso che solo gli aristocratici potevano permettersi. Lo si deduce anche osservando i dipinti, i ricchi amavano farsi portare la colazione a letto, questa oggi è rimasta un’abitudine romantica che viene spesso raccontata nei film. Le differenze di ceto si avvertono in maniera chiara anche in ambito letterario, dove alla povertà struggente di “Oliver Twist” si alternano gli sfarzosi tavoli con grandi antipasti, insalate e decorazioni al limite del kitsch de “Il grande Gatsby“. La colazione del riscatto sociale a tutti gli effetti la troviamo però – sia in letteratura che al cinema – con Holly Golightly (Audrey Hepburn) nel cult “Colazione da Tiffany“, in cui vediamo la protagonista indossare gli abiti eleganti della sera prima, arrivare davanti alla vetrina del negozio dopo una lunga notte, con in mano una brioche e un caffè. Se però doveste trovarvi a New York e passando dalla 5th Avenue vi venisse voglia di un caffè caldo e un muffin, non andate a ordinarlo da Tiffany.
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