La fata Carapina
Guarda il lato positivo: è possibile che tu non abbia la febbre (o magari ha appena fatto un biglietto di sola andata per il tuo sistema immunitario). La tua programmazione è saltata e dovrai rinunciare agli eventi che ti eri prefissato. Una ciabatta è svanita sotto il letto ed è un’ottima scusa per starsene sotto le coperte calde ancora un po’. In momenti simili un’operazione come il recupero della ciabatta è una missione delicatissima, roba da speleologi. C’è quella bolletta da pagare da oltre quindici giorni ma se ne starà ancora lì (etciù!), deve aspettare. Quando, finalmente, hai rimesso insieme tutti i pezzi e hai trovato la forza di rialzarti, scopri una terribile verità. L’unico motore che ti aveva spinto ad alzarti dal letto è svanito, il raffreddore ha azzerato il tuo olfatto e la tua memoria. Apri gli sportelli del pensile più remoto della tua cucina – quello che nasconde cose preziose, il comfort food buono per le emergenze – ma hey, il cioccolato è finito. Forse perché hai avuto troppi raffreddori, ultimamente (etciù!). Non puoi restartene in pigiama e pantofole tutto il giorno, hai visto che sole c’è là fuori? Pioggia e weekend stanno insieme solo se non ci sono altri fattori negativi di mezzo, lo sapevi? È una giornata splendida, almeno per il resto del mondo (etciù!).
Quindi ti dirigi verso il supermercato per andare a caccia di cioccolato. Esci finalmente di casa ma non arrivi mai alla meta, ti fermi proprio di fronte alla gelateria che c’è 100 metri oltre il tuo portone. Perché è primavera e, prima che si mettano di mezzo pure i pollini a tapparti il naso, si sentono deliziose vocine che richiamano da sotto i coperchi di ogni singola carapina. Come le sirene per Ulisse e i suoi compagni. È ufficialmente iniziata la stagione del gelato – semmai avessi deciso di interromperla -, via libera alla serotonina!
Cono o coppetta? Fai una scorpacciata di zuccheri, un’ondata di serenità ti travolge appena prima dell’arrivo di un senso di sonnolenza e arrendevolezza. Gli alberi, gli uccellini che cantano, la gente che finalmente torna a sorridere, si sente il risveglio collettivo, tra i fiori che sbocciano, le coccinelle, i colori pastello, “che gioia la primavera!” pensi, stropicciandoti il naso mentre appoggi la testa sul cuscino. Morfeo ti accoglie tra le sue braccia. Non hai pagato la bolletta nemmeno stavolta.
Foto di Federica Di Giovanni
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