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San Valentino, l’amore nell’anno bisesto

Postato il 10 Febbraio 2020 da Elide Messineo
Di San Valentino si dicono molte cose, tanto che la leggenda si confonde con la realtà e va a finire che ognuno, poi, sceglie la versione della storia che gli piace di più.

San Valentino da Terni è stato un vescovo ed è conosciuto principalmente per essere il Santo protettore degli innamorati. La loro festa si celebra il 14 febbraio, data in cui è collocata la morte del Santo, oggi protagonista di una delle feste più commerciali in assoluto. Ogni anno migliaia di bigliettini d’amore, cioccolatini e gioielli, i colori rosso e rosa, mazzi di fiori profumati, contraddistinguono buona parte del mese di febbraio. Puntualmente tutti si chiedono cosa abbia fatto il vescovo di Terni per aggiudicarsi un ruolo così importante ed è qui che emergono tutte le leggende legate alla sua figura. Tuttavia, c’è chi sostiene che l’idea di collegare la data del 14 febbraio all’innamoramento e al corteggiamento sia nata con il poema onirico “Il parlamento degli uccelli” di Chaucer. In entrambi i casi, si tratta di una tradizione che ha preso vita molto tempo fa e che, nonostante critiche e polemiche, continua a mantenere il suo successo immutato nel tempo.

Le mille versioni di San Valentino

Una delle storie più gettonate su San Valentino è incentrata proprio su due innamorati. All’epoca in cui era vescovo, Valentino doveva fare i conti con le persecuzioni contro i cristiani e l’imperatore Claudio II il Gotico, che voleva imporgli di abiurare. La vicenda si intreccia con l’amore sbocciato al primo sguardo tra il centurione romano Sabino, che era pagano, e la bella Serapia, di religione cristiana. Quando Sabino la chiese in sposa, la famiglia rifiutò proprio per via della religione, così il centurione decise di convertirsi per amore. Seguendo il consiglio dell’amata, si fece battezzare dal vescovo Valentino. Purtroppo, i due giovani innamorati scoprirono poco dopo che Serapia era gravemente ammalata, per cui scelsero di sposarsi in fretta e furia: dopo essersi promessi l’amore eterno, i due morirono insieme. Valentino fu punito per aver scelto di sposare la coppia ma, fermo nelle sue convinzioni, provò perfino a convertire l’imperatore al cristianesimo. Questi scelse di non condannare il vescovo a morte, affidandolo come servo a una famiglia nobile. Da questa versione della vita di San Valentino nasce un’altra delle leggende che circolano riguardo la sua figura. Durante questo periodo di prigionia, Valentino pare si fosse invaghito della figlia del suo carceriere Asterius. La ragazza era cieca e il vescovo riuscì a compiere il miracolo di restituirle la vista: prima di andare incontro alla sua morte le lasciò un bigliettino in cui la salutava scrivendo “il tuo Valentino”. Un’altra versione della storia, invece, racconta che il pagano Asterius, prendendosi gioco del vescovo e in segno di sfida, gli disse di provare a restituire la vista alla figlia. Quando il miracolo accadde per davvero, l’uomo scelse di convertirsi, mentre Valentino dovette andare incontro al suo crudele destino.

Altre storie su San Valentino sono legate al giardino che il vescovo amava molto curare. Un giorno, sentendo una coppia di innamorati litigare al di là delle siepi, si avvicinò porgendo loro una rosa. Disse di tenerla insieme, facendo attenzione a non pungersi. I due si riappacificarono, si fidanzarono e convolarono a nozze, tornando da Valentino proprio per richiedere la benedizione del matrimonio. La coppia visse un amore così felice da suscitare quasi invidia, per questo molte altre coppie si rivolsero poi al vescovo, chiedendo la sua benedizione per sposarsi: la sua figura, da allora, venne associata definitivamente a quella di protettore degli innamorati. Un’altra versione, sempre legata al giardino, ha a che fare con i bambini che erano soliti giocare in quegli spazi. Se si comportavano bene. Valentino regalava loro dei fiori ogni sera, invitandoli a regalarli alle proprie madri. Quando fu imprigionato, i bambini restarono senza più un posto in cui giocare sicuri. Due piccioni viaggiatori, sfuggiti al controllo del loro guardiano, riuscirono a raggiungere il vescovo in carcere. Dalle sbarre, Valentino attaccò alle loro zampe un bigliettino e una piccola chiave. I piccioni la fecero ritrovare alle famiglie dei bambini che erano giocavano nel suo giardino e che l’avevano riconosciuta: ora potevano finalmente usarla per riaprirlo e farvi ritorno.

La storia legata al santo si è mescolata, nel corso del tempo, con tradizioni pagane e contadine: nel 496 venne indetta la festa alla memoria liturgica di San Valentino ma il periodo di questa celebrazione coincide anche con quello degli antichi Lupercalia romani. Papa Gelasio I decretò la nascita di una festa dedicata agli innamorati e all’amore eliminando così la parte pagana di rituali sfrenati e ogni riferimento esplicito alla sessualità che fino ad allora facevano parte dei Lupercalia, così come di moltissime altre celebrazioni dedicate alle divinità della fertilità, presenti in ogni mitologia e religione. La festività di San Valentino ricade, peraltro, in un mese particolare. Febbraio è il mese più corto dell’anno, composto solo da 28 giorni: ne ha 29 solo ogni quattro anni (e non solo) e, secondo le antiche credenze popolari, l’anno bisestile non è particolarmente fortunato. I seguaci dell’oroscopo sapranno già che il 2020 è considerato favorevole in particolare per i segni di terra, mentre gli scaramantici conosceranno sicuramente il detto “anno bisesto, anno funesto”, o “che passi presto”. Uno dei tanti proverbi di derivazione contadina, come “anno bisestile, riempi il sacco ed il barile”, modi di dire tutti legati ai ritmi della natura e al sistema di rotazione che veniva attuato per rendere i campi più produttivi. Scaramanzie a parte, febbraio non ha sempre avuto 28 giorni ma l’avvento dell’anno solare è stato fondamentale per permettere di avere un ordine nelle stagioni, per regolamentare la vita e la produzione agricola – a dispetto del calendario giuliano, che rendeva tutto particolarmente caotico e si ritorna, così, alla tradizione contadina. Qualcuno, come l’Unione Sovietica, ha scelto di aspettare a lungo prima di adeguarsi al calendario gregoriano e solo il 14 febbraio 1918 l’URSS ha deciso di adottarlo. Per la serie “meglio tardi che mai”.